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Scuola, Script e comunicazione

La scuola comunica e insegna a comunicare; comunica anche attraverso gli ambienti e le relazioni che si instaurano tra gli "abitanti" della scuola: insegnanti, studenti, famiglie, direzione, personale non docente. Gli script, le grammatiche della scuola si possono rilevare a partire dagli arredamenti: la disposizione dei banchi in file, della cattedra e della lavagna collocate frontalmente "raccontano" le modalità di insegnamento e comunicazione gerarchiche, trasmissive.

A questo proposito, Biondi racconta che mentre la società è mutata profondamente con l’avvento delle nuove tecnologie, la scuola rimane sempre uguale[1]: strutturata nei tempi e negli arredi in modo da favorire l’insegnamento trasmissivo e la lezione frontale, invece dovrebbe riuscire a "cogliere la natura del cambiamento e cercare di utilizzarlo per i propri scopi"[2] .

Un altro aspetto problematico è dato dal fatto che spesso i bambini non riescono a generalizzare quanto appreso a scuola perché l’apprendimento “scolastico” rimane ancorato all’ora di lezione, legato ad un contratto didattico[3] non scritto, ma molto difficile da sradicare: i bambini hanno attese e si creano schemi generali che, secondo Bruno D’Amore, dipendono dal clima e dalle consuetudini instaurate in classe. Questa teoria conferma la potenza degli script, infatti i bambini seguono le grammatiche tacite, non scritte che regolano le relazioni all'interno della scuola.

D'altra parte l'istituzione scuola è messa in crisi dalle altre agenzie formative [4], e deve rispondere a numerose istanze educative; anche per questo diventa fondamentale riuscire a cambiare l'insegnamento, a comunicare, in modo nuovo, critico e generativo. 

La scuola è comunicazione, la usa per insegnare e ne fa oggetto di apprendimento (imparare a comunicare), è importante che riesca a favorire una cultura della domanda dove la curiosità diventi la molla della conoscenza; un modo di fare scuola che non consideri l'errore come una colpa ma come un punto di partenza, come occasione di apprendimento e di analisi. Che non applichi vecchie metodologie, vecchi testi e vecchie grammatiche alle nuove tecnologie, ma che le utilizzi come punto di partenza, di analisi e di ricerca per favorire nei bambini e nei ragazzi una lettura critica degli strumenti.

[1] Biondi, G. (2007). La scuola dopo le nuove tecnologie. Lavis (TN), Apogeo Editore

[2] Biondi, G. Emergenza/Sistema in  "La didattica del futuro" cura di Alessandra Anichini,

[3] D’Amore, B. (2007). La didattica della matematica, oggi. La matematica e la sua didattica. Atti del I Convegno Nazionale, Giulianova (Te), 4-5. Consultabile al link http://www.dm.unibo.it/rsddm/it/articoli/damore/601%20La%20did%20della%20Mat%20oggi%20%20Giulianova.pdf ultima consultazione 28/05/2017

[4] Anichini, A. (Ed.). (2012). La didattica del futuro. Pearson. p. xxi

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